La CASA MAMME a Mahasoa (IHOSY), è una struttura di accoglienza per mamme con bambini fino a tre anni che siano malnutriti o con piede torto.
Responsabili: Suor Berthine e Padre Eugenio che già fin da ora assistono come possono questi bambini che arrivano da loro dopo giorni e giorni di viaggio, considerato che il Madagascar ha un’estensione di circa tre volte l’Italia e le vie di comunicazione sono molto scarse. Nella cartella CASA MAMME trovi i pdf del preventivo di spesa
Resoconto dell’ultimo viaggio a cura di Vittoria Rossi
Quest’anno ho avuto il piacere di partecipare ad un’esperienza magnifica, durante la quale ho conosciuto tantissime persone meravigliose e imparato il vero significato del “vivere senza niente”.
Il viaggio che ho affrontato insieme a Gabriella e Lia è iniziato ad Antananarivo, capitale del Madagascar, dove abbiamo potuto farci una prima idea del Madagascar. Dalla capitale alla missione ci abbiamo impiegato tre giorni di viaggio in quanto l’itinerario prevedeva tre soste: la prima notte ad Antananarivo, la seconda ad Anstirabae dove abbiamo alloggiato in una casa delle suore ancora in costruzione e senza corrente, mentre la terza notte a Fianarantsoa, dove abbiamo visitato un orfanotrofio meraviglioso in cui si potevano acquistare tovaglie cucite dalle ragazze che studiavano sartoria proprio in quell’istituto.
Il quarto giorno siamo arrivate nella missione. La strada che portava dalla città più vicina, Ihosy, fino a Mahasoa, dove avremmo dovuto dormire era disastrata: crateri, pozze molto grandi e un fiume da passare senza ponti che collegassero una riva all’altra. Dopo chilometri siamo arrivate a Mahasoa dove tutto era diverso, quasi come fosse una piccola oasi felice. Nella missione si contavano più di venti suore, sessanta operai e più di venti bambini ricoverati nel preventorio, dove vengono accolti dopo aver subito interventi per curare il piede torto, malformazione molto diffusa in Madagascar. Sono stati proprio quei bambini a farmi capire che è possibile essere felici con niente, bambini che a mala pena camminavano ma avevano la forza per correre, che non avevano niente e ridevano per tutto, avendo passato con loro gran parte del tempo. Nonostante avessero un’età compresa dai 2 ai 14 anni, tutti avevano il loro compito da svolgere e nessuno si rifiutava mai, perché erano consapevoli della grande fortuna che avevano avuto nell’essere lì “con lo stomaco pieno e un tetto sopra la testa”.
Il giorno dell’inaugurazione è stato un giorno di festa per tutti. Le suore si sono date molto da fare per rendere tutto perfetto, e così è stato. La casa mamme costruita grazie a Tecla e a tutti coloro che hanno contribuito è stata inaugurata il 24 novembre ed è stato evento che ha coinvolto anche esponenti importanti del villaggio e di quelli vicini. La giornata è iniziata alle 9,30 nella nuova chiesa costruita da padre Eugenio con una messa tipica malgascia, con canti e balli interpretati dai bambini del villaggio. A seguire l’inaugurazione si è spostata alla casa mamme dove siamo state accolte in mezzo a balli tipici della tribù dei Bara. Il pranzo si è svolto insieme a tutti gli operai e agli invitati nel salone della scuola, dove i ragazzi del villaggio hanno l’opportunità di studiare. E’ stato molto bello vedere la collaborazione di tutti con l’unico fine di realizzare questo progetto volto ad aiutare i bambini del preventorio in difficoltà e le loro famiglie.
Spero un giorno di poter intraprendere di nuovo un viaggio emozionante come questo. Inoltre ingrazio Tecla e le mie compagne di viaggio che hanno reso il tutto molto più bello.
E intanto che andavamo avanti non potevo non pensare a come loro, senza mezzi e collegamenti efficienti, potessero fare a aggiungere l’ospedale più vicino in caso di emergenze mediche e sanitarie.
Aggiornamento stato lavori ricevuto il 25 Ottobre 2017
Mahasoa, 25/10/2017
Carissima Gabriella,
Ti chiedo scusa se solo oggi che risposto alla tua precedente mail.
La casa delle mamme contiene quatro camere per una mamma e un bimbo , tre camere per famiglia numerosa, prevista per ospitare almeno 10 bimbi, una cucina comune con una stanzetta per i carboni o la legna, un bagno per andicapati e due w.c. e due docce.
Tutto intorno una veranda dove i bimbi possano giocare all’ombra.
Nel cortile una vasca per lavare i panni e un robineto dove attingono l’acqua per lavarsi i piedi. Abbiamo iniziato i lavori dopo avere raccolto i materiali.
Saluti cari a presto.
Suor Berthine