Nel 2014 TECLA ONLUS ha sostenuto la nascita di un CENTRO TRASFUSIONALE ed ha provveduto a trovare fondi per l’OSSIGENOTERAPIA presso la Clinica Nuestra Senora de Guadalupe delle missionarie Clarisse nella città di Miles 91, nella Regione di Tonkolili, in SIERRA LEONE.
Durante un viaggio in Sierra Leone, la Presidente di TECLAONLUS, Dott.ssa Gabriella Rossi, ha incontrato una congregazione di suore missionarie dell’Ordine delle Clarisse che operano in Sierra Leone da piu di 50 anni.
Il loro lavoro sul territorio si articola attraverso varie attività: principalmente progetti scolastici volti a garantire l’alfabetizzazione ad un maggior numero possibile di abitanti, e soprattutto si occupano della gestione di una una piccola clinica, fondata da loro, a Miles 91, cittadina nella regione di Tonkolili a circa 120 Km da Lunsar.
Tecla ha deciso di sostenere attivamente i progetti delle suore affiancando per 3 mesi al personale che lavora nella clinica Nuestra Senora de Guadalupe un’ infermiera che veniva dall’Italia con lo scopo di capire in maniera più concreta quali fossero i bisogni della clinica stessa e del territorio e formulare di conseguenza progetti formativi.
Miles 91: realtà di una piccola città nella Provincia del nord della Sierra Leone
Il distretto di Tonkolili, di cui fa parte la città di Miles 91, appartiene alle Provincie del Nord, la capitale del distretto è la citta di Magburaka. La lingua ufficiale è l’ inglese, ma si parlano soprattutto crio e tmni. Il clima della regione è tropicale di tipo caldo umido. Gli inverni sono asciutti e le precipitazioni si concentrano tra maggio ed ottobre, causate dal monsone proveniente da sudovest. La provincia di Miles 91 è costituita dalla cittadina di Miles 91 stessa e dai numerosi villaggi, alcuni distanti tra loro anche più di 20 Km; spesso sono irraggiungibili e restano isolati durante la stagione delle piogge a causa delle strade che diventano fiumi di fango. La popolazione è così costretta a percorrere lunghe distanze a piedi. Uno dei problemi principali di tutta la Sierra Leone sono i trasporti, durante la stagione delle pioggie, la strada diretta a Magburaka, la capitale del distretto, non è transitabile. La regione è molto povera, il reddito medio pro capite si aggira intorno ai seicento dollari, ma nei villaggi il reddito è molto più basso. La natalità è molto alta e il numero di gravidanze medie per donna è di 5/6, ma purtroppo la mortalità infantile (bambini sotto i 5 anni-compresa mortalità neonatale) è stimata intorno al 65%. Spesso i bambini sospendono la scuola al termine della primaria.
Situazione sanitaria a Miles 91
Nella città di Miles 91 sono presenti un ospedale governativo, una clinica spagnola e la clinica Nuestra Senora de Guadalupe delle missionarie Clarisse. L’ospedale governativo non funziona e la clinica spagnola è aperta quindici giorni ogni tre mesi ed effettua soprattutto operazioni chirurgiche.
La clinica Guadalupe è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì (escluse le festività religiose) per tutto l ‘anno dalle 8 di mattina fino a che nonviene visitato l’ultimo paziente. Altre cliniche e ospedali si trovano a Lunsar (120 km circa da Matburaka capitale del distretto) e nella città di Bo c’è una clinica materno infantile ( 70 km da Matburaka). Relativamente vicina, ma irraggiungibile con l’ambulanza durante la stagione delle pioggie, è la capitale della Sierra Leone Freetown dove sono presenti l’Ospedale di Emergency e una clinica per Lebbra e tubercolosi.
Nello specifico la piccola clinica Nuestra Senora di Guadalupe delle missionarie Clarisse è composta da un locale di ingresso dove viene fatta l’accettazione, data la cartella al paziente e vengono rilevati la pressione e il peso dei pazienti; due ambulatori per le visite ( uno sempre funzionante; una stanza per le medicazioni; quattro stanze singole con letto; una stanza con tre letti; una stanza con un letto e un letto ginecologico; una stanza adibita a laboratorio dove si effettuano analisi per tifo, malaria , hiv epatite c; una farmacia; una stanza di attesa davanti alla farmacia.
l personale è composto da una suora medico, una suora infermiera, due infermiere, una traduttrice, e numerosi giovani volontari istruiti e formati dalle suore che aiutano in particolar modo nella gestione della farmacia, di alcune medicazioni, nella pulizia della clinica.
I pazienti che vengono alla clinica sono moltissimi, circa 700 al mese di cui più di un terzo sono bambini sotto i 5 anni. La metà di questi arriva con la malaria, prima causa di mortalità infantile, seguita da diarrea e da malattie broncopolmonari. Si stima che i bambini sotto i 5 anni contraggano la malaria 10 volte l’anno. Conseguenza terribile di questa malattia, che spesso degenera nelle 24 ore, sono ipoglicemia e anemia, in molti casi mortali. Se alla prima si può ovviare con breve terapia endovenosa somministrando glucosio, per curare la seconda occorrono trasfusioni di sangue. Fino a questo momento la clinica era sprovvista di un impianto per l ossigeno e del materiale per somministrare trasfusioni di sangue.
Le suore nei casi più gravi offrono il trasporto in ospedale, ma per accompagnare un paziente all’ ospedale di Lunsar, che è il più vicino, occorrono, tra avvisare i parenti, cercare donatori, trovare i soldi, il viaggio, l’accettazione in ospedale, come minimo 4 ore che spesso sono fatali. Inoltre va considerato che molti malati solo per arrivare alla clinica devono camminare piu di 20 miglia a piedi, e che non esiste nelle persone il concetto di “tempestività di cure”, e questo fa si che si intervenga sempre molto tardi. In un mese si fanno circa 20 viaggi con bambini per le trasfusioni, almeno altrettanti si inviano con i mezzi pubblici e almeno 10 perchè venga loro somministrato ossigeno. Si stima che su i 20 bambini trasportati in ambulanza in ospedale un 30% muoia in seguito alla trasfusione. La percentuale si alza moltissimo, quasi al 70%, se le persone sonomandate in ospedale con i mezzi pubblici.
Vista la gravità della situazione sanitaria Tecla ha quindi deciso di impegnarsi , oltre che sul fronte della formazione, su quello delle emergenze, finanziando nel 2014 la creazione di un piccolo centro trasfusionale perché la malaria se diagnosticata precocemente è possibile curarla, ma purtroppo cultura arretrata, superstizioni, mancanza di strutture sanitarie e di pratiche mediche adeguate, fanno si che in Africa si muoia ancora di Malaria.
L’infermiera inviata da Tecla ha formato il personale sanitario e i volontari sull’ utilizzo degli strumenti stessi. Si stima che la creazione di questo piccolo centro possa salvare la vita a più di 200 bambini in un anno.